sabato 26 febbraio 2011

ORA LO CHIAMANO "MONDAY NIGHT"


Milan e Napoli. E in mezzo lo scudetto. E' una storia che arriva nel 2011 sgranata come le immagini degli anni 80. Abituati come siamo allo sfavillare dei colori Hd, ci siamo assuefatti al polpettone reiterato delle solite note: Milan, Juve, Inter e Roma. Come se il mondo del pallone vincente girasse solo per loro, e i miracoli del Verona scudettato, del Cagliari di Riva, del Napoli di Maradona fossero solo - appunto - dei miracoli, leggende dal passato. Roba d'archivio buona per l'asma dei ricordi. E invece ecco che ritorna il futuro: Milan, Napoli e lo scudetto. Tutto è cambiato, ma anche no. Si gioca di lunedì sera, sì, lo chiamano il "monday night" come usano quelli del Football americano. E poi non è che si decida proprio tutto lì, in fondo. Il Napoli è tre punti sotto, l'Inter non molla mica, e poi il campionato è lungo, le panchine corte, e ci sono le coppe (anzi no...), e bla, e ancora bla. Però c'è il profumo di questa novità vintage che rallegra il campionato, e l'attesa diventa per forza una questione d'almanacchi cartacei che si riaprono, di riflessi filmati in Vhs, guarda quanto è cambiato il mondo. La data è una, 13 aprile 1986. L'ultima volta che il Napoli ha battuto il Milan a San Siro è una roba di venticinque anni fa. Poi tutto è tornato, si può dire, alla normalità. Ma è quello il fantasma che aleggia, altroché, con il clangore di un decennio di sfide a cavallo degli Anni 90: un glorioso elenco di testa a testa tra Maradona e gli olandesi, tra Bianchi e Sacchi, di scudetti conquistati per una monetina in testa, o per rimonte al limite dell'illazione ("Se lo sono venduti").
Il 13 aprile 1986, dunque: 28esima giornata. Il buco della storia si apre quel giorno. Segna Giordano, poi Maradona, il povero Di Bartolomei accorcia le distanze con una punizione delle sue. E' il Milan di Liedholm, ancora, con Maldini ma anche con Wilkins e Hateley. Nel Napoli di Bianchi, invece, c'é Giordano, ma anche Ferrara e Bertoni. Rimarrà, anche, in assoluto l'unica volta (fra Milan ed Inter) in cui Maradona esce vittorioso dalla Scala del calcio. Da quel momento in poi, il Napoli si fa bastare pareggi e sconfitte. E con punteggi belli larghi, pure: dopo lo 0-0 dell'1986/87, il Milan vince nella stagione del famoso "sorpasso" per 4-1 il 3 gennaio 1988 nonostante il vantaggio in apertura con un gioiello firmato da una giocata di due terzi della "Ma-Gi-Ca" (gol di Careca su assist di Maradona), sommerso dai gol di Colombo, Virdis, Gullit e Donadoni. Poi, dopo un altro 0-0 del 1988/89, il Milan vince per tre anni consecutivi: 3-0 nel 1990 (ma lo scudetto alla fine andra' agli azzurri), 4-1 nel 1991 e addirittura 5-0 nel 1991/92. La storia delle battaglie perse e della guerra vinta: negli anni del grande Napoli, Maradona fa un solo 'miracolo a Milano'. L'era post-Diego e' un continuo 'vorrei ma non posso'. Nel 1992/93 un rigore negato a Zola nel finale impedisce al Napoli di Bianchi la possibile vittoria per 3-2: in vantaggio per 2-0 alla fine del primo tempo grazie ai gol di Careca e Policano, si fa raggiungere nella ripresa da una doppietta di Lentini. Non va meglio nel 1993/94: al 90' una punizione a giro dell'attuale vice-presidente della Federcalcio, Demetrio Albertini, toglie alla squadra di Lippi un meritato pareggio (finisce 2-1, gol di Pecchia e di Panucci). L'8 gennaio 1995 Rossi fa una papera "alla Dida" e Fabio Cannavaro (al primo gol in serie A), a tre minuti dal termine regala l'insperato 1-1, dopo il gol iniziale di Simone. Il Napoli di Boskov, poi, grazie ad un rigore parato da Tagliatatela a Roberto Baggio, riesce a fermare il Milan di Capello. Termina 0-0 anche il 10 dicembre 1995, risultato che si ripetera' pure il 26 aprile 1998. E poi ci sono i giorni nostri, e solo sfide fuori tema: Napoli e Milan giocheranno ancora contro, ma mai per lo scudetto. Fino ad un "monday night" del 2011. Il pallone, a forza di girare, è tornato indietro.

giovedì 24 febbraio 2011

BLOWJOB

Dall'Agenzia Dire:
Piazza San Silvestro, Roma, tre settimane fa. Il deputato del Pd, Gino Bucchino, incontra un rappresentante del movimento politico Rifondazione Socialista che gli fa la seguente proposta: "Aderisci al gruppo dei Responsabili, ti garantiamo la rielezione e 150mila euro" pronta cassa. Il tentativo di compravendita e' stato denunciato dallo stesso Gino Bucchino, alla Camera in conferenza stampa. "Non voglio fare nomi, non e' un personaggio di primo piano", dice Bucchino a proposito del suo interlocutore.

Una notizia davvero incredibile. Ma ci pensate? Nel nostro Parlamento siedono Bocchino e Bucchino...
(E poi: 150.000 euro per un Bucchino? Da restare a bocca aperta!)

lunedì 21 febbraio 2011

RESTERA' SOLO BOCCHINO (FORSE)

Andarsene da FLI è talmente trendy che pure Bersani ci sta pensando... Come quelli che cominciano a fumare solo per poter dire di aver smesso.

(Barbareschi ha lasciato, e con i clown siamo a posto. Ora tocca alle ballerine no?)

venerdì 18 febbraio 2011

OSSIMORO

Onorevole Borghezio

(l'ho sentito appellare così a Lilli Gruber, suona davvero male)

giovedì 17 febbraio 2011

CHE BELLO IL CINEMA CHE NON SI VEDE

Il trucco c'è ma non si vede: il cinema per i ciechi esiste. E non è che per dare 'ste lezioni di civiltà bisogna poi sbattersi tanto. Basta la buona volontà, e magari girare al largo dall'Italia. Il Roxy B è un multisala come tanti nel centro di Madrid, solo che non si sono fermati al dettaglio delle immagine buone solo da guardare. Si può anche vedere bypassando gli occhi, no? E allora ecco la genialata: le audio-descrizioni, con auricolari collegati a un trasmettitore simile a quello che si utilizza nelle traduzioni simultanee. È la prima e finora unica sala in Spagna che proietta film audio-descritti in modo stabile, Non è cioé un'occasione speciale, perché è proprio questo il punto: facciamo in modo che i ciechi non debbano sentirsi "speciali". Prima evitiamo di chiamarli "non vedenti" per paura che la prendano a male, e poi buttiamoli nella nostra adorata normalità senza farci troppi problemi. "Quello che volevamo era proprio che una persona cieca potesse andare al cinema come gli altri", racconta Antonio Vazquez, produttore cinematografico e anima del progetto. Con l'appoggio della Once, l'Organizzazione nazionale dei ciechi in Spagna, è stato lui a proporre a varie sale l'idea di adattare le proiezioni per renderle accessibili. "E perché no?", si sono detti quelli del Roxy B. Cioé, possiamo dare gli occhialini per il 3d e non possiamo fornire le cuffie per il... 4d, chiamiamolo così?  
Tu dici: e quanti saranno mai che ne approfittano? Non ci sono dati precisi, ma secondo un calcolo approssimato del responsabile della sala, per ogni film accessibile ci sono una quarantina di ciechi che  assistono alle proiezioni. Il bello è che non c'è nessun costo aggiuntivo, basta chiedere le cuffie al momento dell'acquisto del biglietto. Anche se c'è tutto un lavoro artistico, dietro:  "Si devono descrivere le scene e le cose che non si capiscono dai dialoghi. Senza raccontare il film". Non si lavora sulla sceneggiatura originale ma sul film gia' finito. Si studiano le pause in cui è possibile inserire le descrizioni senza intralciare né i dialoghi né i rumori che aiutano a fare le scene. "Se c'e' un'esplosione, non diciamo 'c'é un'esplosione', lasciamo che sia il rumore a raccontarlo".
E noi lasciamo che a raccontare esplosioni di civiltà come queste sia la Spagna.

martedì 15 febbraio 2011

VOGLIO IL NUMERO DEL SUO PUSHER

"Mentre i guardoni parlano di Ruby, il mondo arabo gia' amico dell'Occidente si avvia alla piena islamizzazione, prodromo di una probabile guerra nucleare per annientare Israele e, quindi, l'Occidente. (...). Organizziamo il trasporto marino, in prima classe, degli arabi che approdano a Pantelleria, destinazione New York. Obama ha creato l'esodo biblico. Obama ne paghi le conseguenze".
Giancarlo Lehner, deputato Pdl

Credo che occorrerà una rubrica fissa per seguire l'epopea di questo genio dei giorni nostri. Visto che con le mie tasse pago la sua incontenibile logorrea psicotropa, vorrei magari un giorno trarne il frutto riassumendo lo stupidario allucinato di questo nostro rappresentante Onorevole in un libro, magari. Che dite?

lunedì 14 febbraio 2011

L'UNICO RONALDO POSSIBILE

I due dentoni non avevano quasi mai niente da masticare. Da piccolissimo questuava hamburger al suo primo allenatore, che si chiamava Roberto come quello di Holly e Benji. Segnali, per una generazione cresciuta a pallone e manga. Ronaldo, un giorno, sarebbe diventato il Fenomeno, un cartone animato vivente. Più veloce degli altri, più forte degli altri. Più rotto degli altri. Quando filava veloce in rua General Cesare Obino, nella favela di Bento Ribeiro, a Rio, dribblava la fame e si costruiva una carriera nel dolore. Quando gli aprirono il ginocchio la prima volta, la sentenza fu precisa come un bisturi: "Il ragazzo soffrirà, perché da piccolo non mangiava abbastanza". Avrebbe provato a recuperare, poi. Ma ogni tanto sarebbe stato costretto a deviare la corsa verso la sala operatoria: crack, il legamento. Crack, il tendine. Elastici sottili e rovinati, a lanciare quella Ferrari del dribbling. Eppure ha vinto tutto, ha pianto a dirotto, è quasi morto prima di una finale Mondiale. Ha fatto figli a destra e a manca e poi si è arreso alla sessodipendenza concedendosi una vasectomia liberatoria: "Basta figli, chiudo qui". Ecco, oggi è il triste giorno in cui il Fenomeno panzone si arrende allo specchio e alla vita e dice di nuovo: "Basta, chiudo qui". Ronaldo smette ufficialmente di giocare. Imponendo a tutti di fermarsi, e voltarsi. Perché non smette mica Centofanti, smette il Fenomeno.
Figlio di mamma Sonia, che fa le pulizie al supermercato. E di papà Nelio, alcolizzato che nel '90 molla la famiglia. Lo riabbraccerà dopo la notte in cui Roberto Carlos urlò in un corridoio d'albergo che "Ronaldo è morto", mentre il calciatore più forte del mondo si mimetizzava nel biancore del lenzuolo in preda alle convulsioni. Prima di una finale Mondiale che vincerà Zidane. Un supereroe fragile, di quelli che lo diventano proprio per questo, con tutte le macchie portate come medaglie al valore. Smetterà di fare la pipì a letto solo al Barcellona, per dire. Mentre mangia il mondo come un hambuger. I primi soldi che guadagna li spende per comprare l'apparecchio dei denti. I secondi per un cappotto, perché da brasiliano si presenta nel freddo olandese di Eindhoven con tre felpe l'una sull'altra. Comprato dalla Philips, lui indossa le pile sotto la maglia di lana e segna caterve di gol, prima di cominciare la sua vera carriera in Spagna. E di continuarla in Italia, tra lampi e lacrime, gioie e dolori, vizi e virtù da romanzo popolare. Vince, si rompe e piange. Riuscendo ad unire l'Italia del tifo violento una sera di Coppa Italia nel 2000: Lazio-Inter all'Olimpico, si sente solo un urlo. Stadio in silenzio, mani nei capelli. Altro che "devi morire". No, ancora. Sì, ancora. E' il Fenomeno fragile, destino cinico e baro. Ma lui si rialza sempre, cicatrici manco avesse fatto il Vietnam, e fa in tempo a tornare all'Olimpico, sempre contro la Lazio, per il 5 maggio nerazzurro. Lacrimoni, ancora lacrimoni.
Ma ride pure tanto Ronaldo, la sua maschera coi dentoni larghi finisce su Topolino, e lui ingoia il grande vizio della sua vita: le donne, quasi sempre bionde e vistose. Satiriasi, dicono, sindrome da sesso compulsivo. Chi le ha contate? Suzana Werner, la prima Ronaldinha, Daniella Ciccarelli che provò a sposare in un castello da fiaba ma era una farsa, non valeva, lei era già sposata. Milene Dominguez, la mamma di Ronald, il primo figlio. Fabiola Francois, miss carioca, quella che disse: "Fare l' amore con Ronaldo è come stare a letto con sette scimmioni". E ancora Raica de Oliveira, Fernanda Lima, Mirella Canalda, Vania Millan, miss Spagna, Livia Lemos, Brenda Costa, la bellissima sordomuta. Lista non aggiornata.
Piange, ride, e fa piangere. Di rabbia: Moratti e gli interisti quando lascia l'Inter che lo aveva curato e coccolato per andare al Real Madrid a fare il Gordo, prima del salto mortale al Milan. Ride, piange e fa ridere, quando continua a cambiare look: vince un Mondiale a Yokohama praticamente da solo col ciuffo a mezzaluna. Poi con la ricrescita chimica si fa atteggia coi riccioli. Sorride, e non piange più quando decide di tornare in Brasile a raccattare briciole di carriera per placare una fame di non si sa più cosa. L'atterraggio morbido del Fenomeno, senza più rompersi, con la pancia godereccia e la faccia piena e il pallone sempre più pesante, e lento: "Ormai penso a una giocata e non riesco più a realizzarla come vorrei. E' arrivato il momento di dire basta, ma è comunque stato bellissimo". Sì, è stato bellissimo.

martedì 8 febbraio 2011

GIROGIROTONDI

"Sono deluso se Saviano sciupa nell'antiberlusconismo le sue coraggiose denunce civili"
Gianfranco Rotondi, ministro

E ora chi glielo dice a Saviano che Gianfranco Rotondi è deluso dal suo comportamento? E se quello poi dovesse decidere di arrendersi, di lasciarsi tutto alle spalle, di consegnarsi agli sgherri di Sandokan Schiavone magari? Vai a sapere  che cosa si può scatenare nell'animo di uno scrittore civile che vive sotto scorta da anni quando viene a sapere che ha deluso Gianfranco Rotondi. Pensate quanto male può fare una dichiarazione del genere, dio mio. Cioé, uno fa tanti sacrifici nella vita nel tentativo di non deludere Gianfranco Rotondi, e ti arriva una botta del genere. Dev'essere terribile.

Ah quasi dimenticavo, Rotondi Gianfranco è pagato anche con le mie tasse. E sono molto deluso...

lunedì 7 febbraio 2011

AOH(L)!

Aol ha acquistato il blog d'informazione Huffington Post per 315 milioni di dollari. E' su tutti i giornali, quindi nemmeno ve lo linko. Non mi è ancora chiaro però perché nessuno riporta anche l'offerta di Aol per Marioplanino Blog: 250 milioni più la comproprietà di Cassano. Poiché io voglio restare una voce libera dell'informazione mondiale, e non mi sono affatto montato la testa, ho cortesemente rifiutato.


Scrivo questo conscio del fatto che ormai questo blog non lo legge nemmeno più mia madre ("Marioplanino chi?").
Ah, non affrettatevi a commentare, che si intasano i server di Blogspot...

venerdì 4 febbraio 2011

IL CACCIATORE 2 (dai che gioca anche Galan, e perde!)

"Il nostro paese, dal turismo venatorio potrebbe ricavare grandissimi utili"
Giancarlo Galan, ministro delle Politiche agricole

Ecco, meglio di Giovanardi. Fanno a chi si mette sopra. Non solo la caccia è cosa buona è giusta, ma porta pure tanti bei quattrini. Mi mancava un tassello: i soldi. Sempre i soldi. Il "turista venatorio"... prima o poi ne incontrerò un esemplare a Piazza San Marco, che a pallettoni fa strage di piccioni.
Scusate il disagio, mi rendo conto quanto sia stucchevole rammendarvi che Galan Giancarlo è pagato anche con le mie tasse. E' che il prenderne coscienza mi fa lo stesso piacevole effetto di un prolasso emorroidario, ecco.  

giovedì 3 febbraio 2011

IL CACCIATORE (ovvero Giovanardi che gioca alla roulette russa e perde!)

"L'eccitata campagna di delegittimazione di caccia e cacciatori preoccupa non solo per le inaccettabili forzature ma anche per un movimento 'animalista' sempre piu' fondamentalista". 
Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Politiche per la famiglia

Ora, non so quanti tra voi siano a favore della caccia. Ma è proprio l'essere a favore della caccia che mi inquieta. Cioé, è un nonsense assoluto. Non è che uno può essere a favore o no dell'omicidio. Non ci sono opzioni, non c'è televoto. Invece questa storia per cui c'è gente che la domenica all'alba prende una doppietta e se ne va per i campi a sparacchiare, e che questa cosa è legale, e che questa cosa è pure moralmente accettata, e che - di più - se qualcuno fa notare che i cacciatori si ammazzano tra di loro, anche, e ammazzano pure qualche passante ogni tanto, preso per fringuellino, diventa (lui!) "preoccupante" perché "delegittima" un atto che dovrebbe essere "delegittimo" in sé, beh, tutto questo mi fa così girare i maroni... ma così tanto che poi dimentico di scrivere la cosa principale. Ovvero che se gli uomini sono così idioti da voler rivendicare il sacrosanto diritto di farsi fuori a vicenda, qualcuno ogni tanto potrebbe pure ricordare a questa genìa di illuminati che nella normalità dei loro weekend fanno fuori degli animali innocui, e hanno pure il coraggio di chiamarlo sport. E io che sono uno sportivo, non ci passo sopra manco per il cazzo!
Detto tutto questo, anche oggi mi corre l'obbligo di ricordare all'umanità che Giovanardi Carlo è pagato anche con le mie tasse. E non c'è attimo della mia esistenza che io non me ne dolga, per così dire...

mercoledì 2 febbraio 2011

L'E' GANZA QUESTA, L'E' PROPRIO GANZA

«Siamo disponibili, per andare oltre Berlusconi, a lavorare anche con un governo guidato da una persona responsabile come Roberto Maroni»
Grazie Enrico Letta. Grazie per aver condensato in una specie di voluttuoso haiku di sfiga suprema tutti i motivi della futura sconfitta della sinistra alle prossime elezioni. Grazie mille.