giovedì 27 gennaio 2011

CRONACA DA UNO STADIO SICURO (GRAZIE A MARONI)

Facciamo così: un giorno, una domenica, lei, Roberto Maroni, Ministro degli Interni ma soprattutto inventore della Tessera del tifoso, si rade i baffi, indossa delle lenti a contatto e una sciarpetta del Napoli e va a toccare con mano lo stato dell'arte della sicurezza di uno stadio italiano. Così, da anonimo infiltrato, diciamo. Magari eviti di tradirsi aprendo bocca, che è meglio va.
Perché io, che ormai preferivo la tv all'arena da almeno 3 anni, ieri ho vinto la pigrizia e mi son detto: quasi quasi li butto 'sti 40 euro per Napoli-Inter, quarto di finale di Coppa Italia. Settore Distinti, mica quelle curve infernali... Ecco come è andata.
Manco dovessi prendere un volo per la Corea del Nord mi appropinquo al San Paolo 3 ore prima. Parcheggio lo scooter su un marciapiede esattamente all'entrata della stazione della Polizia, giusto per vedere l'effetto che fa. Chiedo pure il permesso al funzionario, non si sa mai. Risposta illuminante: "Se non se la rubano...".
Affronto fila e tornello elettronico fiero del mio biglietto nominale con posto numerato. Mi ricordo quando lei, ministro, ci spiegò che così, in caso di spiacevoli eventi, le autorità potranno immediatamente risalire all'occupante del posto incriminato. Nessuno però osa chiedermi un documento di riconoscimento, magari chessò, ho acquistato un biglietto a nome Kurt Kobain da un bagarino lì fuori... No, niente. Finalmente vengo fermato da una gentile signorina alta un metro e 27, uno steward! Gli angeli dell'ordine da stadio, i santi protettori della mia incolumità. Con determinato cipiglio, sembra alla caccia di un coltello, un'ascia, un bazooka, del plastico C4 nascosto sotto la maglia di lana. E invece no: "Ha con sé bottigliette d'acqua?". "No,ovviamente", che io lo so che è vietato, eh. Ma lei la sa lunga, ha fatto il vietnam, ha visto cose che noi umani. E quindi mi perquisisce... il cappuccio del giubbotto. E basta. Efficace più o meno come la perquisizione di Fantozzi alla proiezione della corazzata Potemkin. E' fatta, sono dentro. Peccato che il posto pre-assegnatomi sia già occupato da uno smandrappato gruppo di tifosi organizzato, che si è premurato di transennare l'intera parte centrale del settore a proprio uso e consumo. Non me ne faccio un cruccio, trovo sistemazione altrove, commettendo un gravissimo errore tattico: sedermi in prima fila, dinanzi al passaggio pedonale.
Dovevo infatti mettermi nei panni di quei tanti instancabili lavoratori che, non potendo abbandonare le proprie mansioni prima delle 20, sono costretti ad entrare all'ultimo minuto e che, per non sentirsi penalizzati nel cercarsi un posto con visuale defilata, si sistemano in piedi davanti a me. Che si vede meglio. La protesta delle 500 persone che alle loro spalle vorrebbero vedersi la partita seduti, non li smuove di un millimetro. Figurarsi quando un paio di baldanzosi paladini del principio si accaniscono inveendo. Avete presente le macchiette dei mammasantissima? Ecco, piccoli Mario Merola crescono.
Tra l'altro, io ho sete. E visto che non voglio contribuire al disordine pubblico cercando di importare dell'acqua potabile da casa, compero il mio mezzo litro di minerale dall'ambulante autorizzato per ben 2,50 euro. A me, che ho evidentemente le fattezze di un ergostolano, viene servita in un comodissimo bicchiere di cartone. All'intellettuale della gradinata superiore invece viene "lanciata" l'intera bottiglietta, chiusa. Quello, che stupido non è, svela la sua vera natura di novello fromboliere e prova a colpire con il mezzolitro i raccattapalle a bordo campo. Bersaglio sfiorato di un niente, probabilmente calcola male il vento chissà...
Nell'intervallo poi, succede uno strano fenomeno: d'un tratto lo stadio, già quasi zeppo, finisce di riempirsi. Ora, io non dico che qualcuno abbia avuto la malsana idea di aprire i cancelli d'ingresso. Però è la qualità dei personaggi entranti a colpirmi. Fate conto come se Mastella si fosse inventato una nuova amnistia istantanea. Praticamente Poggioreale by night. La fila di persone in piedi che mi impedisce la visuale triplica, ed è quando vedo un paio di amiche, e un ragazzino, in difficoltà (com'era quella solfa delle "famiglie allo stadio"?) che la mia coscienza civile ha un sussulto d'orgoglio: quasi quasi chiamo... gli steward! Eccoli che si palesano, telepatia! Altre due gentili signorine: da una stima approssimativa una sulle spalle dell'altra credo facciano un metro e 80. Provano a passare, ma loro hanno studiato la fisica e conscie del principio dell'impenetrabilità dei corpi, tornano sui propri passi. Passetti, diciamo, che è meglio.
Il fatto è che non c'è nessun finale ad effetto per questa storia, caro ministro. E' solo semplice cronaca. Il Napoli ha perso. E non s'è fatto male nessuno. Sa che c'è? Io corro a farmi la tessera del tifoso, mi fido di lei, so che sono in buone mani.

mercoledì 26 gennaio 2011

FIRED

In Inghilterra due giornalisti di Sky Sports vengono pescati - durante un fuorionda - a dire che la guardalinee donna non capisce il fuorigioco, proprio perché femmina. Cioé uno dei più stantii e innocui luoghi comuni da quando l'uomo inventò il cavallo. Li hanno licenziati. Li-cen-zia-ti!
Capito come funziona il mondo oltre le Alpi?  

martedì 25 gennaio 2011

RIDAMMI LA "H" O TI DENUNCIO

CRONACHE DAL MANICOMIO: "L'Ansa mi ha erroneamente confuso con Lerner, al quale nulla mi lega. Non siamo, moralmente, culturalmente e politicamente, confondibili. Sporgerò querela contro chiunque assocerà il mio cognome, con la 'h', a quello con la 'r'". Cosi' Giancarlo Lehner, deputato del Pdl, pagato anche con le mie tasse.

CRONACHE DAL MANICOMIO 2: "Il trafugamento della salma di Mike Bongiorno e' un gesto vile. Mi auguro, poiche' in questi giorni tutti parlano male del Premier, che Mike non abbia pagato anche dopo la morte la sua amicizia con Silvio Berlusconi e che questo non sia un dispetto al Presidente del Consiglio". Cosi' la senatrice Ombretta Colli (Pdl), componente della commissione Istruzione e Cultura, e pagata anche con le mie tasse.

lunedì 24 gennaio 2011

CEI o ICI?

Arrivato alle 16:48, mi sono ritirato nelle mie stanze, ho messo sul fuoco una camomilla, e pio piissimo mi sono immerso nella "prolusione al consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana", letto dal cardinale Angelo Bagnasco. Assentendo in genuflessione alle preoccupazioni dei vescovi sulla moralità della nostra classe politica, e sgomentandomi dello sgomento della comunità per il mercimonio di sé che fuorvia i ggggiovani, trasalendo per "il disastro antropologico" che i nostri ragazzi stanno subendo, beh... leggo la seguente sacrosanta dichiarazione: "E' il momento di pagare tutti nella giusta misura le tasse che la comunità impone".

Ecco, Sua Eminenza (o come cacchio ama essere appellato), che dice, comincia la Chiesa con l'Ici?

No, così, giusto perché poi non si dica che continuate ad aprir bocca a cazzo di cane... che Dio ve ne scampi...
(ma sta camomilla quando fa effetto?)

venerdì 21 gennaio 2011

MORALITA' PAPALE

M'ero messo di buzzo buono per azzannare i ridicoli commenti vaticani sull'andazzo morale del Presidente del Consiglio, e poi scorgo la vignetta di Makkox... Ecco, dice già tutto lui, per quanto mi riguarda.

giovedì 20 gennaio 2011

DELEGA AL DECORO

Assodato che uno può essere anche Belzebù, e fare politica. Acclarato che uno in perfetta buonafede ci può anche cascare, no? Ammesso che nessuno lo sapesse, perché Francesco Maria Orsi aveva un giro di puttane e cocaina ma non ne faceva parola con alcuno (egoista!). Ma dico io, caro Alemanno, tra i tanti ruoli che si poteva inventare per questo consigliere comunale di Roma ma proprio la DELEGA AL DECORO gli doveva dare? Mah... questi se la vanno proprio a cercare...

martedì 18 gennaio 2011

IL MOSTRO FINALE

Noi che negli anni Ottanta smanettavamo tra Commodore 64 e Amiga, ci siamo arrivati spesso al mostro finale. Solitamente una bestia enorme, un'astronave infuocata, un superalieno mangiacristiani. Servivano, per farlo fuori, una buona decina di minuti di fuoco a volontà, la parziale perdita di sensibilità di un paio di falangi,  sguardo catatonico inchiodato al monitor e una discreta dose di culo.
Ecco, mi sa tanto che ci siamo. Il mostro finale è lì davanti a noi. Su tutti i nostri teleschermi, accerchiato come non mai. Ogni tanto sputa scempiagini dall'lcd, ma che ci vuole: pulsante destro e zomp, saltato!
Un'occasione d'oro. Tutti ce la stanno mettendo tutta: Fini, la Consulta, Ruby e troie accessorie. Barcolla, sì sì, dai che sta cadendo! E allora "Sì, c'è lui dietro le stragi del '93". E i vescovi, i vescovi: "Sconvolgente, immorale". E Napolitano, forza Giorgio: "Non ci ho parlato con quello lì".
A questo punto faccio un appello a tutte le persone di buona volontà: chiunque voglia partecipare al videogame, l'Italia è entrata ufficialmente in modalità multiplayer. L'avete visto ubriaco tra gli hooligans inglesi? Parlate! Fu lui a lanciare la monetina in testa ad Alemao per il secondo scudetto del Napoli? Scrivete ad un giornale! Avete le prove, ma anche solo un indizio, che ci sia lui dietro il successo letterario di Moccia? Rivolgetevi alla più vicina Questura.
Vinciamo sta benedetta partita!

martedì 11 gennaio 2011

MEZZO SECOLO DI PANINI

Oggi sono stato alla presentazione del nuovo album Panini. Sono 50 anni che gli italiani crescono attaccando figurine, e sniffando colla. Ed è un bel crescere, per chi ha provato. Non mi perderò in smoccolate per ricordare a tutti quanto fosse bello giocarsi i doppioni a "mignolino" (non sapete di cosa parlo? Più che altro non sapete che vi siete persi...). Però oggi ho aperto a caso l'album, e mi sono ritrovato il Genoa con Toni stampato a tutta pagina. E più avanti c'era Ronaldinho con la maglia del Milan. Ecco, questi della Panini sono incredibilmente bravi a tenere in piedi la baracca da mezzo secolo, si sono pure dovuti inventare l'app per l'Iphone, pensa te. Però fanno una fatica boia. Perché anche se il circo è un luccicore continuo - e più s'illumina più ha bisogno di luci per abbagliare il pallonaro - poi alla fine non ti ci raccapezzi più. Non hai più certezze, e non è solo la vecchia manfrina che tanto ci piaceva dei numeri dall'1 all'11, no. E' che proprio il calcio s'è sfarinato, e ci vuole proprio una gran passione per farselo piacere ancora. Ecco, chissà se mai a qualcuno passerà per la testa che per ritrovare la retta via basterebbe seguire i tempi e i modi del vecchio album Panini. Per collezionare figurine, e non solo ricordi.

martedì 4 gennaio 2011

SE IL CAMPIONE ITALIANO NON E' ABBASTANZA ITALIANO

Eusebio è un campione italiano non italiano. Di più, è una promessa italiana che l'Italia non può mantenere, non ora. Perché è un G2, un italiano di seconda generazione. Per legge non ha (ancora) la cittadinanza, e quindi il Coni non potrà dargli la maglia azzurra per andare alle Olimpiadi di Londra 2012. Fa niente che Eusebio Haliti, 19 anni, sia il più forte quattrocentista juniores d'Italia. Vive e fa atletica a Bisceglie, in provincia di Bari, ma è nato a Scutari, in Albania. E la legge sulla cittadinanza (numero 91 del 1992) non ammette ignoranza né privilegi: per chiederla, i ragazzi stranieri cresciuti da noi devono dimostrare di risiedere legalmente nel nostro Paese da almeno 10 anni. Per Eusebio la fatidica data scatterà solo nel settembre 2012, tre mesi dopo l'apertura dei Giochi. Troppo tardi. Il bello - anzi il brutto - è che lui è arrivato in Italia con la madre e la sorella nel settembre 2000, ma può documentare la residenza solo a partire dal settembre 2002.
"La legge sulla cittadinanza e' una norma iniqua che ci impedisce di schierare i nostri atleti. E dico nostri perche' questi ragazzi sono italiani - commenta Tonino Ferro, l'allenatore di Eusebio -. È assurdo: abbiamo dei campioni e non li possiamo far gareggiare a livello internazionale". L'atleta pugliese (almeno pugliese lo è), tra l'altro, si può dire che è il migliore italiano sui 400, ma anche il secondo, il terzo, il quarto... detiene le prime otto prestazioni cronometriche italiane sui 400 metri, ed è settimo nelle graduatorie europee under 20. Il suo miglior tempo lo ha ottenuto al meeting internazionale di Ginevra lo scorso giugno: 47 secondi netti. "Chi vince i campionati italiani e' il primo candidato per la nazionale. Ma io non posso gareggiare vestendo la maglia azzurra: questa è la cosa più frustrante -spiega Eusebio-. Mi sono anche perso delle belle occasioni, ad esempio non posso entrare a far parte dei gruppi sportivi militari. Ho frequentato le scuole in Italia, conosco la storia di questo Paese, i miei amici e la mia ragazza sono qui. Quando dico casa, penso a Bisceglie".
L'ipotesi di gareggiare per l'Albania non l'ha mai presa in considerazione anche se da Tirana è arrivata l'offerta di una borsa di studio. Preferisce restare in stand by per due anni e attendere lui, velocissimo, le lentezze della burocrazia: "Se tutto va bene, avrò la cittadinanza all'eta' di 21 anni, ma sono tranquillo perché so che i miei obiettivi come atleta sono di più lungo periodo". Questo non è un Paese per giovani, e nemmeno per italiani...

lunedì 3 gennaio 2011

ESTRADINHO

Hai voglia a criticare. Ma nella vacuità della ciancia generale Berlusconi è stato l'unico a fare un passo concreto per far estradare Battisti: in segno di buona volontà ha ridato Ronaldinho al Brasile. Poi se nemmeno così... oh, non è mica più colpa sua!